di Matteo Sicuro
Vittoria doveva essere e vittoria è stata. Il Lecce sta sempre 4 punti più in alto, la lotta continua e così sarà per le prossime 14 giornate di campionato. Amen.
Tutti soddisfatti? Per il risultato finale ovviamente sì, per come è stata giocata la partita i dubbi passati rimangono, anzi aumentano.
Non perché qualcuno osa immaginare che il Catania possa trovare sulla sua strada avversari rassegnati, pronti ad immolarsi sull’altare della squadra più blasonata, sulla carta tecnicamente più forte e, comunque, seconda in classifica. Anzi questi titoli meritori non fanno altro che moltiplicare l’impegno e le energie di chi contro gli etnei ha poco da perdere. Sono cose che ben conosciamo e ripetiamo, per pro memoria, dall’inizio del campionato.
Se dopo appena 2 minuti riesci, però, a sbloccare il risultato è impensabile dovere, poi, assistere al dominio assoluto del Francavilla, pur limitato al possesso palla perché il loro l’attacco è poco incisivo.
Alla fine è arrivata la vittoria, siamo contenti e non vogliamo guastare per amor di patria la festa a nessuno. Ma provare a fare un’analisi di una prestazione non certo esemplare, che non ci lascia sereni per il futuro, è doveroso perché certi errori non debbono essere ripetuti in futuro.
Cerchiamo di capire, con spirito costruttivo, perché questa benedetta squadra, ricca di giocatori di qualità e anche di categoria superiore faccia tanta fatica ad avere ragione, in casa e davanti a 10.000 tifosi entusiasti e calorosi, di un avversario palesemente inferiore, e non solo per la posizione in classifica.
Alla lettura delle formazioni ufficiali i tifosi etnei, che si distinguono per la loro competenza calcistica, si interrogano sul centrocampo che schiera un solo uomo di sicuro affidamento, Ciccio Lodi.
Perché Biagianti è reduce da un fastidioso infortunio e Mazzarani, è risaputo, il centrocampista puro non riesce a farlo. Quante prestazioni opache deve collezionare ancora in questo ruolo per convincere chi di competenza? Esce di scena assai presto Caccavallo per infortunio e può essere l’occasione per mettere a posto le cose inserendo uno dei tanti centrocampisti di ruolo validi seduti in panchina.
Il buon Mazzarani potrebbe giocare più avanti, libero da compiti di marcatura che non predilige e più vicino alla porta. Magari fa pure goal.
Entra, invece, il terzino Esposito, giovane grintoso e veloce ma l’organico del Catania suggerirebbe scelte migliori. Se non vuoi mettere subito un’altra punta, hai Manneh disponibile che può garantire anche la fase difensiva. Il ragazzo le rare volte che è stato impiegato ha entusiasmato tutti ma il tecnico non lo “vede”.
Dopo un quarto d’ora circa del secondo tempo si corre finalmente ai ripari con dei cambi inevitabili che mettono a posto il centrocampo e danno più peso e consistenza ad un attacco finora poco convincente. Basta poco per ridimensionare il Francavilla che aveva avuto fino a quel momento troppa libertà e facilità di manovra.
Non parliamo di gioco o di schemi efficaci, quelli li stiamo aspettando, ma almeno riusciamo a condurre in porto una vittoria indispensabile senza troppi patemi.
Mister Lucarelli alla fine era molto arrabbiato con i suoi giocatori che, a suo dire, non avevano rispettato le sue disposizioni e i suoi insegnamenti. Avrà certamente le sue ragioni anche se certi rimproveri, esperienza insegna, sarebbe meglio non farli pubblicamente. Un pizzico di autocritica, invece, potrebbe aiutare a migliorare le future prestazioni.
Domenica prossima ad Andria dovremo solo vincere sperando che il Catanzaro faccia risultato a Lecce.
Forza Catania!